La difficile definizione dell’identità latinoamericana
Con il termine America Latina ci si riferisce a quell’insieme di nazioni a sud del confine degli Stati Uniti, la cui area geografica va dal Messico a Capo Horn, estendendosi per più di 19 milioni km². Secondo i dati del 2020 delle Nation Unite, l’America Latina rappresenta circa l’8,37% della popolazione mondiale e ospita più di 650 milioni di abitanti.
Le lingue predominanti parlate nei paesi dell’America Latina sono lo spagnolo e il portoghese, due lingue discendenti dal latino.
Il termine America Latina viene appunto usato per differenziare i popoli “latini” da quelli “anglosassoni” confinanti, usando il linguaggio per creare una distinzione geografica e culturale.
Questa definizione si è rivelata però difficile, poiché fanno parte di questo continente anche nazioni che non sono considerate latine nonostante le loro appartenenza geografica. Le Guiane, ad esempio, fanno geograficamente parte dell’America Latina ma non sono mai state occupate dal Portogallo o dalla Spagna, ma da altre nazioni europee come la Francia (Guiana francese), dall’Impero olandese (Suriname) o dal Regno Unito (Guyana). Allo stesso modo, queste nazioni non parlano prevalentemente spagnolo o portoghese. Ci sono anche altre nazioni che sono geograficamente e culturalmente legate all’America Latina, ma che sono territori politici di altre nazioni, come Porto Rico, che rimane un territorio degli Stati Uniti.
Dagli anni ‘60 si sono formati altri paesi come la Giamaica, Barbados e Trinidad e Tobago e Guyana, dove prevale la lingua inglese e che fanno parte del Commonwealth Britannico.
Una cultura iberoamericana come agente aggregante tra popoli?
Quella che oggi consideriamo America Latina è stata plasmata da centinaia di anni di dominio imperialista europeo, da battaglie per l’indipendenza dalle potenze coloniali, da guerre civili e migrazioni.
L’America Latina ha una storia ricca e diversificata, formata da un miscuglio di culture indigene come quella andina o mesoamericana, europee, africane e immigrazione globale che rende complesso e difficile descrivere la sua gente con un’unica categoria etnica.
Sebbene queste differenze siano evidenti, è ancora possibile ritrovare un comune denominatore che unisca idealmente il continente iberoamericano, superando le eterogeneità e le specificità, permettendo la reciproca comprensione tra milioni di persone?
Esperienze comuni dal passato come l’imposizione di regimi, crisi economiche, disoccupazione e povertà hanno sì creato divisioni ma anche, secondo Carlos Fuentes, una continuità culturale che si esprime nella creazione artistica da “Sor Juana Inés de la Cruz a Pablo Neruda, da Machado de Assís a García Márquez, da Aleijadinho a Lucio Costa” nella quale i latinoamericani si riconoscono.
Questa continuità culturale potrebbe riuscire nell’intento di far superare il particolarismo etnico e portare vantaggi che si riflettono sul piano economico e politico di tutto il continente?